lunedì 1 ottobre 2012

Ed Wood, la retro-recensione

1994, di Tim Burton; con Johnny Depp e Martin Landau

Il più grande peggior regista di tutti i tempi




Dimora?  Io non ho più dimora: scacciato, disprezzato, vivo come un animale.


La giungla è la mia sola dimora. Ma gli uomini un giorno si troveranno a essere dominati da me, riuscirò a perfezionare la razza umana, creerò dei superuomini atomici che conquisteranno l'intero mondo!


E' il 10 Dicembre del 1978, da una casetta del Laurel Canyon Blvd di Los Angeles, un gruppo di uomini trascina con fatica un sacco della spazzatura - dentro vi è un cadavere, un alcolista cinquantenne che soltanto alcuni piangeranno ma gli altri hanno già dimenticato. Lavorava nel cinema, pare, aveva fatto qualche film di serie B - diversi porno - aveva scritto e girato molto per conto di altri. Gli piaceva vestirsi da donna.
Forse nessuno di quegli uomini se lo ricorda, ma 22 anni prima era morto un altro degli eccentrici abitanti di Hollywood, ben più noto: Bela Lugosi, il primo Dracula dell'era del sonoro, il corpo stremato da anni di uso di eroina e morfina. Accanto a lui vi era una sceneggiatura, appartenente a un filmetto da quattro soldi di quelli a cui si era ridotto negli ultimi anni; si chiamava The Final Curtain, era scritto da uno sfortunato ma intraprendente autore trentenne - il cui cadavere tra 22 anni verrà trascinato sull'ambulanza in un sacco della spazzatura. Quell'uomo è Ed Wood.



E qui sarebbe potuto finire la storia, un aneddoto da raccontare alle feste di Halloween dopo aver visto Dracula di Todd Browning. Ma nel 1980 due fratelli di cognome Medved ( Michael e Harry) pubblicano un libro: The Golden Turkey Awards (I premi del tacchino d'oro), è una semplice raccolta di fallimenti cinematografici celebri - pensato più che altro per generare clamore: assegna il premio di peggior attore a Richard Burton, e John Wayne come peggior casting (in questo caso per il suo ruolo come Genghis Khan) , ma sopratutto assegna il premio di peggior attore ad Ed Wood e il premio di peggior film della storia al suo Plan 9 from Outer Space.


E' risorto una stella. Ed Wood diventa una leggenda immediata, grazie anche al nascente mercato del home video, improvvisamente tutti vogliono vedere i peggiori film del peggiore regista che sia mai vissuto. Parlarne e riderne diventa cool e dato che i più cool di tutti nei primi anni '80 sono gli attori del Saturday Night Live, ecco che John Candy e Dan Ackroyd decidono di dedicargli un segmento intero del loro (dimenticato) It Came from Hollywood, un film che cavalca l'onda del successo del libro dei Medved e che presenta spezzoni di vari brutti film degli anni '50, con parti dedicate ai film di mostri, ai film di alieni, ai film anti-droga, e una parte intera dedicata a Ed Wood che dura 8 minuti e presenta al pubblico non solo il Piano 9, ma anche Glen or Glenda - il suo film autobiografico su un uomo che impara a convivere con il travestitismo. 
I film di Ed Wood sono finalmente tornati sul grande schermo e le leggende sul personaggio si moltiplicano: si sarebbe paracadutato durante la guerra con indosso biancheria intima; avrebbe ingaggiato un'attrice squattrinata nella convinzione che gli finanziasse un film; avrebbe fatto battezzare l'intera produzione per farsene finanziare un altro; avrebbe avuto come esempio da seguire ed emulare il grande Orson Wells.


Nell'era di internet, di film brutti e di registi incapaci ne sono stati trovati ben altri: Manos, di Harold Warren e Troll 2 di Claudio Fragasso; i film di Ed Wood non figurano più da anni nella lista dei peggiori film di tutti i tempi (il peggiore, attualmente, pare essere l'italianissima versione animata di Titanic) eppure il regista rimane più amato che mai.
In parte perché collaboratore con Bela Lugosi nei suoi ultimi e terribili anni, in parte perché un esempio in negativo di autore completo, in parte ancora perché esempio di incurante ottimismo davanti a qualunque ostacolo (anche la mancanza di talento) e forse, in non piccola parte, grazie al film di Tim Burton.
Ed Wood sarà sempre il più grande dei peggiori.

Americana, non Americano


Peggior film mai visto? Il prossimo sarà migliore!

La versione cinematografica di Ed Wood non corrisponde esattamente a quella reale, è piuttosto l'immagine che noi abbiamo costruito attorno alla sua figura - la versione in cui vogliamo credere: un improvvisatore, un grande salesman americano che non vuole vendere auto ma vuole fare film. Se trova delle immagini di repertorio, certo che troverà il modo di usarle; se la sua piovra di gomma non funziona, chiederà agli attori di agitarne i tentacoli; se gli muore l'attore più importante, userà quel poco che è riuscito a riprendere e lascerà il resto a una controfigura.
Ed Wood è l'eroe della sua storia: contagia tutti con l'entusiasmo, è felice di fare cinema nonostante i suoi risultati e si circonda di un ampio gruppo di amici - che cresce con l'andare della storia e finisce col costituire un circo scalcagnato di mostri, falliti, omosessuali e truffatori.
Il suo è il volto dell'America al contrario, i suoi amici sono quelli che l'America degli anni '50 non esiterebbero a chiamare 'feccia' - per lui diventano compagni, non ne giudica nessuno e sembra quasi considerarli parte di una grossa, disfunzionale famiglia estesa. 


-Diavolo, Bela, com'è che ci riesci?
- Devi avere le dita mobili, e devi essere Ungherese!

Il film si intitola Ed Wood, ma è anche la storia di Bela Lugosi: l'attore Ungherese naturalizzatosi negli USA e divenuto simbolo negli anni '30 non soltanto del terrore, ma anche del sogno americano - della seconda possibilità, concessa tanto agli americani che agli immigrati. 

Quando Ed Wood lo incontra è ormai quasi un cadavere, la droga lo sta uccidendo e nessuno gli procura più ingaggi - eppure per il nostro eroe Lugosi rimane il mito d'infanzia che lo aveva ispirato a lanciarsi verso Hollywood e fare film dell'orrore. Inoltre, ha bisogno di un divo e, dato che Lugosi ha bisogno di soldi, i due finiscono col dipendere l'uno dall'altro e il vecchio attore dell'est diventa presto il perno della famiglia Woodiana.


Il film è costruito come una success story americana: il protagonista comincia dal basso e, superando le avversità, riesce finalmente a realizzare i suoi sogni, a realizzare il suo capolavoro. 
Se il suo primo film non è neanche proiettato nei cinema, se il secondo viene fatto a pezzi dai teenager invasati, il suo Plan 9 from Outer Space è proiettato tra gli applausi - e la solenne ammirazione verso l'ormai defunto Bela Lugosi.
Eppure è una success story al contrario: il suo capolavoro è in realtà il suo film peggiore e gli applausi del pubblico non sono quelli dell'audience storica (che invece derise il film alla sua prima) bensì i nostri applausi, quelli di un pubblico che allora non era ancora nato ma che verso la fine del secolo lo avrebbe consacrato. 

Hollywood ci lancia delle promesse: se segui i tuoi sogni ce la farai; se cadi per terra ti puoi sempre rialzare. Ma qui Burton ha realizzato un film contrario a ogni sogno Americano: Ed sarà ricordato come il peggior regista mai vissuto, e Lugosi non sorgerà mai più dalla tomba. 
E' una storia decisamente Americana, ma con valori Europei. Inutile dire che il film non ha avuto successo negli States e che rimane a oggi uno dei pochi film di Burton apprezzati anche dai cinefili d'essai. 


Made in Burton




- Il cinema non è fatto dai piccoli dettagli, è la magia dell'insieme.



- La magia dell'insieme? E' magico anche il fatto che i poliziotti sono arrivati in pieno giorno e adesso è notte?

Se Tim Burton è un brand, fatto di elementi immediatamente riconoscibili come Johnny Depp, le musiche di Danny Elfman e protagonisti di nome Edward, Ed Wood è un film fondamentale per capire come tutti quegli elementi si siano incontrati e abbiano funzionato efficacemente.
Qui siamo lontani dal Burtonismo fastidioso dei suoi ultimi film, e siamo anche lontani dai virtuosismi scenici del Johnny Depp post-Sparrow; il film ha ogni singolo elemento al posto giusto per essere considerato pienamente Burtoniano, eppure il regista riesce ugualmente a rendersi invisibile e permettere al pubblico di seguire la vicenda senza fastidiose spirali nere o che Depp rubi il palcoscenico dagli altri attori. 
Il film parla di outsiders, e quindi è tematicamente affine a tutti gli altri film di Burton; si occupa anche dell'amore per l'orrore gotico e il ricordo nostalgico degli anni '50, ancora tematica tipica del regista; le fotografia riproduce le inquadrature e gli stili del cinema dell'orrore degli anni in cui Bela Lugosi era ancora popolare e la colonna sonora di Elfman ripropone molti dei motivi dei film del periodo. Ciò che affascina di più, tuttavia, è l'attenzione per il dettaglio: spesso il film mostra Ed Wood che gira i suoi "classici" e ogni singolo elemento di quelle scene riproduce gli elementi presenti realmente sui set dei film originali.
E' un aspetto del film che molti non notano, io stesso non ci avevo fatto caso le prime volte, poi ho visto le pellicole usate come modello e sono rimasto affascinato da come la sequenza dei titoli avesse ripreso da Plan 9, o come la bestia Lobo facesse realmente tremare il set quando passava per le porte.
E a questo proposito, non posso terminare questa revisione senza menzionare Martin Landau e la sua stupenda interpretazione di Bela Lugosi.

Se Johnny Depp interpreta benissimo il ruolo del protagonista, Martin Landau letteralmente diventa Bela, una trasformazione che gli garantì un Oscar meritatissimo; per ammirarne la capacità dell'attore bisogna necessariamente mettere i due a confronto.

Ecco una scena presa dal film Ed Wood, contrapposta a quella che riproduce del film Bride of the Monster - anche se magari non comprendi bene l'Inglese, prova a seguire i movimenti e l'intonazione dei due attori e capirai cosa intendo:



Landau è soltanto l'ultimo dei numerosi elementi che mi hanno portato ad amare questo film, fin dalla sua prima uscita, e di conseguenza a imparare ad amare il buon cattivo cinema di Ed Wood. Dei suoi, il mio film preferito rimane Glen and Glenda, sopratutto per le sue scene allucinogene di diavoli e travestiti e il suo uso spiazzante delle pellicole di repertorio - il genere di film che, se fosse uscito anche soltanto 10 anni dopo, avrebbe fatto il tutto esaurito nei cinema specializzati in film acidi.

Negli anni mi sono disinnamorato di Burton, il suo stile si è fatto talmente marcato da farmi allontanare dai suoi film - quasi fosse il Walt Disney della generazione emo. Ma Ed Wood  lo tengo ancora nel cuore, non solo il suo film migliore ma uno dei miei film preferiti di sempre - tratta da una delle storie più affascinanti che Hollywood abbia da offrire.

E ora, per finire, siediti qua accanto e prendi dei popcorn, parte Plan 9 from outer space:




3 commenti:

  1. Noooo, hai linkato Plan 9... produttività a 0 nei prossimi giorni (ora non riesco a vederlo)!

    RispondiElimina
  2. Bisogna avere dita lunghe.
    Ed essere... u n g h e r e s e.

    RispondiElimina

Non fare il ninja, fatti sentire!