giovedì 11 ottobre 2012

Quella Casa nel Bosco, la recensione

2011; Diretto da Drew Goddard; Scritto in collaborazione con Joss Whedon

Non il tuo solito "non il tuo solito horror"


No spoilers allowed.


Vorrei cominciare questa recensione con un consiglio: vai a vedere questo maledetto film!
Non saprei dirlo in altro modo che così - certo, ora mi impegnerò nel convincerti a comprare il dvd e visionarlo per 90 minuti; ma mi conosco, non sempre sono così efficace a convincere la gente come vorrei. Quindi, qualora alla fine di questa recensione tu dovessi pensare che forse non ne vale la pena - ti prego di promettermi fin da ora, che andrai a vedere questo stramaledetto film!


Nonostante il successo in patria, pare che il film sia scivolato un po' sotto la porta qui nel vecchio mondo. Forse la colpa è del titolo, e ciò mi dispiacerebbe perché il titolo italiano è uno dei titoli migliori che gli si potevano dare: il film è una parodia del genere slasher, e con l'infestazione di film con il titolo La Casa nella penisola a partire dall'uscita del primo Evil Dead con Bruce mascellone Campbell e la pandemia di film con l'aggettivo dimostrativo quella, dopo l'uscita del primo Non Aprite Quella Porta di Tobe farò i soldoni con Poltergeist Hooper - quale titolo migliore di questo si poteva dare a un film che non soltanto funge da satira sul genere horror americano, ma addirittura come potenziale backstory a ognuno di essi? Forse, Non entrate in quella casa nel bosco?
Insomma, applausi al titolista Italiano che ha capito perfettamente lo spirito del film, e un grosso bu a tutti quei cinema-andanti Italiani che lo hanno snobbato perché, tanto, era il solito film di paura e poi sono tutti uguali e forse non ho voglia di cinema comunque, ho voglia di stare a casa stasera perché domani c'ho lavoro...

A proposito, quello che tiene in mano il tipo non è un tubo - è un bong.
Devi vederlo quel bong; devi vedere questo film.


Il film horror come favoletta morale del cacchio




Devono fare la scelta di loro spontanea volontà, altrimenti il sistema non funziona.
Come il premonitore: è un cazzone ignorante, praticamente ha scritto "morirete" in faccia,
chi l'ha messo li? Il sistema. Loro devono scegliere di ignorarlo, di entrare nella cantina.
Noi li indirizziamo nella direzione giusta, ma alla fine: se non transigono, non possono essere puniti.


Facile parodiare lo slasher; nelle parole di Tarantino: è il genere più formulaico dopo quello delle donne in prigione - Un gruppo di adolescenti stereotipati transige alle regole dei grandi, e viene trucidato membro per membro. Alla fine sopravvive soltanto chi non aveva peccato, mentre i fattoni simpatici e i nerdoni saccenti e le puttane bionde muoiono tutti. Al massimo, varia il tipo di mostro: il medico sadicoi pupazzotti assassiniil robot fuori controllo;  il folletto Irlandese - ma la sostanza rimane sempre identica, fotocopiata.

Ho spesso fatto la similitudine tra film slasher e favola moralistica: entrambi servono per spiegare alle giovani generazioni quali siano i valori della società in cui vivono, e quali siano le regole alle quali non devono assolutamente opporsi. E' un genere essenzialmente reazionario, quasi biblico nel modo in cui punisce il sesso, l'abuso di sostanze e la curiosità intellettuale in modo tanto capitale. 
Eppure, nonostante i suoi difetti, è un genere con cui sono cresciuto e che non posso fare a meno di amare. Tutta colpa della nostalgia per gli anni '80.

E lo amano anche Whedon e Goddard - si vede. 
Perché, a parodiare i vari "dividiamoci" e gli "esco, torno subito" ci aveva già pensato Scream negli anni '90 (peraltro, riportando ironicamente il genere in auge), ma quello era un film di Wes Craven - lui, lo slasher, lo aveva creato (in parte). Questi, come la mia generazione, l'hanno vissuto.
Il cambio di prospettiva è fondamentale, perché Quella Casa nel Bosco non cerca di ironizzare sul genere - che sia un genere idiota lo sappiamo già tutti, non siamo imbecilli - quanto piuttosto tentare di immagine come deve essere il mondo in cui tutti quei film per teenager hanno avuto luogo.

Dopo aver visto il film, potrai guardare alla tua videoteca con nuovi occhi: ora finalmente tutto avrà un senso - ora capirai perché i protagonisti di quei film sono odiosi, perché si dividano sempre, perché abbandonano l'arma con cui si sono difesi dal mostro.

E io che credevo di conoscere la storia




Un tritone sarebbe stato molto più fico.

Forse non è solo colpa del titolo, ma anche del trailer se questo film non ha avuto il successo meritato: non è un vero e proprio trailer ingannevole - piuttosto, è un trailer che non rivela troppo; che non ti rovina il film.
Se avessero voluto vendere questo film bene, sono un fottio le cose che avrebbero potuto mettere in questo trailer; ma è invece un signore, questo trailer, e va rispettato per quello che non mostra.

Ed è anche per questo che in questa recensione non ho voluto spoilerare: se già non lo fanno le pubblicità, perché dovrei farlo io? 
Ma è anche un peccato non poter spoilerare: sono tante le cose di cui vorrei parlare - e sono tanti i discorsi che già si fanno sulla rete al riguardo di ogni piccolo dettaglio.
Ma sono cose che verranno col tempo; sicuramente non è l'ultima volta che parlerò di questo film - che un classico lo è già - e di tempo per approfondire ne avremo eccome. Aspetterò che l'avrai visto, poi ne parlerò più in dettaglio.

Ma ti lascio con questo: se di questo film sai solo quello che appare in questa recensione, allora sai quanto ne sapevo io quando sono entrato al cinema. Tempo i credits iniziali e, bene o male, avevo già messo insieme i pezzi su qual'era il grande reveal della storia.
Ma non ero preparato comunque. Perché è vero quello che dice il tagline: tu credi davvero di conoscere la storia; invece non la conosci affatto.
Entrando al cinema ero convinto che quelle parole fossero destinate soltanto a chi pensava di andare a vedere un horror qualunque; invece sono destinate anche a chi sa di andare a vedere una parodia.
Perché tu non hai davvero idea di come si svolgeranno gli eventi - il bello non è tanto il perché, bensì il come.

Quindi recuperalo, questo film di Whedon e mettiti comodo: la prima scena ti spiazzerà, le scene dopo procederanno anche un pochettino lente - ma sappi che è tutto un crescendo, il film che si prende il suo tempo.
Perché mai, come in questo caso, ti sarà capitato di vedere un film che davvero ci tiene al ritmo e davvero per ultimo ti tiene il meglio. 





Tu hai scelto zombi; ma questi sono famiglia di zombi zoticoni torturatori.
Sono due specie distinte: come la differenza tra un leone e un leone marino.

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