Meglio conosciuto come:
l'episodio che viene prima di quello di Gaiman
Mark Gatiss è il co-produttore di Sherlock, e come tale non posso certo far finta che abbia avuto una carriera povera nel campo della televisione; eppure, ugualmente mi dispiace per lui - ha scritto sei episodi per il Doctor Who e nessuno di essi può essere definito un episodio classico.
Forse l'unico che viene ancora ricordato (almeno dal mio punto di vista) è the Unquiet Dead - quello dove Rose e il Nono Dottore si trovavano nella Londra Vittoriana a scontrarsi con spiriti malvagi che alla fine erano alieni da un'altra dimensione - e anche in questo caso, forse è rimasto famoso più per il fatto che era il terzo episodio di una serie di cui al tempo non era garantita la continuazione, e quindi si tendeva a considerare ogni singolo episodio come un dono sacro.
Ma passata quella stagione, ed esplosa la Whomania a livello globale, chi diavolo si ricorda quell'episodio in cui un televisore divorava la mente dei suoi spettatori, o quell'altro in cui Rory e Amy vengono trasformate in bambole?
E anche in quest'ultima stagione, l'episodio Cold War tende a essere visto come un episodio carino, ben realizzato, ma non esaltante.
Insomma, Gatiss scrive bene ma non è Davies, e non è Moffat, e quindi finisce con l'essere relegato a "autore minore", scrittore di episodi meramente riempitivi.
E questa maledizione è destinata ad avere ancora vita lunga - in quanto Gatiss non è certamente Neil Gaiman, il quale oscura questa piccola avventura gotica con l'ombra del suo episodio, che uscirà la settimana prossima, e sicuramente ci farà esplodere la testa con un'idea geniale e una realizzazione fenomenale. No?
Sarà, ma mi piace schierarmi con gli underdog, e quindi dico questo: Gatiss, qui, ha scritto un gran bell'episodio.